Varie volte nei precedenti articoli è stato sottolineato quanto vario sia il mondo della sessualità.
Libri, televisione e internet sono solo alcuni dei potenti mezzi che hanno contribuito enormemente a diffondere il messaggio di una vita sessuale attiva e priva di ogni censura mettendo al bando ogni forma di pudore. Ecco allora che ci si ritrova sommersi da messaggi pubblicitari più o meno allusivi in cui bellissime ragazze dalle curve mozzafiato bevono ammiccanti una bibita fresca oppure sfoggiano un fondo schiena da urlo in mini slip all’ultima moda che vanno a colpire direttamente l’immaginario maschile e femminile. Ma in questo continuo bombardamento di immagini di ogni sorta chi non si è mai chiesto cos’è giusto e cosa non lo è nell’intimità della propria camera da letto?
Molto spesso accade, infatti, che “certe cose” non vengono fatte o vengono fatte in un certo modo perché si crede, nella maggior parte dei casi in modo errato, che possano avere chissà quale conseguenza negativa o che facciano male alla salute o che siano indice di perversione. Quasi sempre, però, si tratta di luoghi comuni e false credenze che finiscono per influenzare e limitare la sessualità e il piacere ad essa legato. L’origine di tali luoghi comuni si perde nella notte dei tempi e si tramanda attraverso l’educazione e la cultura di appartenenza e proprio per questo sono particolarmente duri a morire.
Il “mito” più famoso, quello che ciascuno di noi ha sentito pronunciare almeno una volta nella vita, ci dice che masturbarsi fa diventare ciechi, oppure impotenti e se è una donna a farlo può, addirittura, diventare sterile o non avere più orgasmi. Ovviamente è scontato dire che tutto ciò è assolutamente falso! La masturbazione è solo una pratica alternativa per provare piacere e non ha nessuna conseguenza catastrofica per la vita dell’uomo e… della donna!
Molto comune è anche la diceria secondo cui il piacere durante il rapporto sessuale è legato alle dimensioni del pene. Questa credenza è molto frequente tra gli adolescenti, ma è ingiustificata dato che la vagina è un muscolo e si adatta perfettamente alle diverse dimensioni, in altre parole, non è la quantità che conta, ma la qualità!
Altra credenza piuttosto diffusa sostiene che in un rapporto sessuale perfetto si deve arrivare all’orgasmo simultaneamente. Questo è certamente possibile, ma non è detto che succeda ogni volta e cercare di raggiungere sempre questo obiettivo rischia di far diventare il rapporto estremamente frustrante. La cosa che fa sì che un rapporto sessuale sia appagante è più semplicemente la soddisfazione che ogni partner ne riceve e ciò indipendentemente dalle tecniche usate o dalla simultaneità dell’esperienza orgasmica.
Abbiamo poi chi sostiene che esiste un periodo assolutamente sicuro in cui avere rapporti sessuali senza il rischio di una gravidanza. Niente potrebbe essere più falso dal momento che il ciclo mestruale può variare da un mese all’altro.
In alcune persone è poi possibile trovare la convinzione che avere rapporti anali è dannoso per l’organismo o è segno di una qualche perversione, tanto che un tempo venivano puniti dalla legge. Anche in questo caso si tratta di una visione scorretta. Avere o meno rapporti anali dipende solo dalle preferenze individuali, per cui a qualcuno piace e a qualcuno no, ma ciò non vuol dire che sia indice di malattia mentale o di perversione, né si tratta di una modalità di rapporto fisicamente dannosa.
Questa lista potrebbe andare avanti ancora per molto, ma forse è più utile sottolineare che nella sessualità non c’è qualcosa che va bene o va male in senso assoluto, tutto è strettamente legato alle preferenze che ciascuno di noi ha, ovviamente non si deve mai dimenticare il rispetto reciproco: se uno dei due partner non gradisce una qualche variazione sul tema non deve mai essere forzato perché niente sarebbe più dannoso della mancanza di rispetto!
Dott.ssa Rosamaria Spina
Psicologa-Sessuologa
Esperta in Psicologia dello Sport